Ciao, sono Andrea e ieri sono andato al cinema.
Ho portato Anna (11), Olivia (7), Giovanni (3, prima volta) e visto che avanzava un posto in macchina e mi piace farmi male anche Emma (9, vicina di casa).
Abbiamo visto Encanto.
È la storia di Mirabel, che nasce in una famiglia dove ad ognuno viene assegnato un talento alla nascita. Una specie di super potere che viene scelto dal miracolo (l’encanto): c’è quella super-forte, quella super-bella, quello che vede il futuro, eccetera.
Mirabel è l’unica a non avere un talento (al momento dell’assegnazione il miracolo si è tipo guastato) e per questo viene considerata incompleta, irrisolta: l’avventura che la aspetta la porterà a salvare le sorti della famiglia ma soprattutto a trovare (o meglio: a riconoscere e usare) il suo talento.
Riconoscere e usare i nostri veri talenti può essere un casino, ma è indispensabile se vogliamo sentirci davvero realizzati.
Non avete anche voi la sensazione che molti (o forse voi stessi o stesse) non stiano mettendo a frutto i loro talenti?
A volte ci sentiamo ingabbiati in una vita che sembra già scritta: pressioni familiari o sociali, gli studi che abbiamo fatto, il lavoro di una vita.
Anche alcuni personaggi del film - attenzione, questo è un piccolo spoiler - non stanno bene, nonostante i super poteri, in un ruolo che in fondo non si sono scelti loro.
«Ma come capisco quali sono i miei veri talenti?», direte voi.
Rispondere è facile, farlo è difficile: vivendo.
Ascoltando persone, aiutando amici, facendo scelte sbagliate, viaggiando, lavorando di brutto, bevendo vino, pentendosi, innamorandosi, chiedendo scusa, guardandosi dentro, uscendo dalla fottuta zona di comfort, dicendo "sì", facendo cose stupide.
Insomma, facendo esperienze: più ci esponiamo al mondo e più andiamo nel profondo di noi stessi e stesse; lì, in fondo in fondo, stanno i nostri talenti.
Vi auguro di esporvi, vi auguro di uscire e di mettervi a nudo, vi auguro di trovare i vostri talenti e di farli fruttare, perché più talenti ci sono in giro e più il mondo diventa bello.
Cominciamo!
Cose che ho fatto
Con Hilary Baitelli abbiamo deciso di realizzare un podcast dedicato ai e alle content creator. Si chiama C² - Creator 4 Creator e potete seguirlo in diretta sul mio canale Youtube (successivamente vi darò i riferimenti del podcast): qui la prima puntata.
Vi ho spiegato come creare un bot di Telegram senza saper programmare (usando Integromat).
Vi ho insegnato a usare GumRoad per vendere online facilmente.
Con Mattia e lo Sportello Creator abbiamo risposto ai vostri dubbi fiscali.
Con Vale e Matte abbiamo parlato di differenziazione delle entrate.
Cose che ho scoperto
Volendo, potrei condividervi questa immensa collezione di strumenti per content creators con tanto di filtri per categoria e chiuderla qui.
Screenshot.Rocks serve a fare screenshot e mokup di qualsiasi sito web al volo.
Questa app di Zoom permette di salvare, registrare e annotare i momenti più importanti delle vostre call.
Bookstash vi fa leggere riassunti di libri famosi (in inglese). Un po’ come 4books o Blinkist, ma (mi pare) gratis.
Alfread promette di farvi leggere finalmente tutti quegli articoli che avete salvato e poi dimenticato.
E per concludere, ecco un bel quiz di geografia per divertirvi durante le vacanze di Natale!
Scusate se non sempre sono utile,
a presto!
Andrea
"Scusate se non sempre sono utile" finalmente qualcosa sulla quale non siamo d'accordo
Penso che la gente sopravvaluti il concetto di talento e molti la usano come scusa per invidiare chi fa qualcosa che in quel momento non sanno fare e per non voler imparare cose nuove.
«Riesce a fare quella cosa perché lei ha talento. Ci è nata col talento. E siccome io non ho talento, mi piacerebbe, ma non ce la farò mai»
È un discorso lungo, ne ho parlato con Menny, nel suo podcast “Cuori Pensanti” nel quale ho parlato di questo e del fatto che il talento senza esercizio e volontà, si atrofizzi. E anche che queste ultime due siano più importanti delle capacità innate di ognuno.
Per il resto, grazie