Ciao, sono Andrea e mi piace immaginare la vita come un albero.
Come un albero, la vita è sorretta da radici che più sono profonde e più ci fanno stare in equilibrio: i nostri valori.
Come un albero, abbiamo un ruolo chiaro nell’universo: crescere, assorbire energia (la luce) e restituirla dopo averla elaborata (l’ossigeno). Così siamo qui per imparare, per prendere ciò che di buono che la vita offre e restituirlo in altre forme.
Come un albero, abbiamo una direzione ben precisa, la luce, ma non sempre - e non tutti - riusciamo a seguirla.
Come un albero, la vita è ricca di diramazioni: le scelte, i progetti, le relazioni.
Alcuni rami sono forti, sorreggono la chioma anche sotto la tempesta. Altri rami sono fecondi, coi loro fiori e poi frutti. Altri rami ancora sono fragili, ma sentiamo che sono preziosi: li proteggiamo e li curiamo perché un giorno saranno forti, un giorno daranno i frutti.
E poi, alcuni rami sono secchi.
Alcuni rami hanno smesso di portare frutti, ma drenano ancora linfa vitale: il tempo e l’energia.
Quando ci rendiamo conto che una scelta, una relazione o un progetto sono diventati un ramo secco dovremmo valutare di potarlo, così da restituire spazio ed energia al resto della pianta perché possa proseguire in direzione della luce.
È un casino, perché il ramo potato lascia un vuoto e ci vuole tempo prima che quel vuoto sia riempito da nuove foglie.
È un casino, perché la vera ragione per cui non potiamo i rami secchi è che speriamo che un giorno riprendano (o comincino) a dare frutti.
Speriamo che la realtà si pieghi ai nostri desideri invece di continuare - la realtà è una bella stronza - ad agire secondo le sue regole incomprensibili.
E adesso - ecco la vera bad news del giorno - vi dico una cosa: i rami che tagliamo avrebbero potuto davvero dare frutto. Solo che non lo sappiamo.
Quindi teniamo aperti side project, lavori, relazioni, situazioni per non prenderci il rischio di chiudere una cosa che forse un giorno potrà funzionare.
A volte dovremmo prendere dei rischi. Rischiare e lasciarci andare a cose che fanno paura, rischiare e chiudere cose che non fanno bene.
Come si capisce se un ramo è secco?
Non lo so, altrimenti il mio albero sarebbe molto meno incasinato di quanto è. Però credo di avere un’intuizione.
Un ramo è fecondo quando sentiamo che è ben integrato con tutto il resto, quando sentiamo che fa bene a tutto il sistema, quando restituisce energia, quando sentiamo che è anche grazie a quel ramo che l’albero cresce sano e forte, quando sentiamo che il ramo è al servizio di un ecosistema più grande dell’albero stesso.
Un ramo è secco quando sentiamo che l’energia viene assorbita e non torna indietro.
Quando valuto una scelta, cerco di capire se si integra nella mia vita con un senso o se sta solo drenando tempo ed energia.
In altri termini, potremmo usare il metodo di origine buddista della bellezza, del guadagno e del bene.
Un ramo è fecondo se ha queste caratteristiche:
Aggiunge bellezza: ci piace, ci fa stare bene, ci fa sentire migliori e sentiamo che il piacere che proviamo non si estingue nel ramo ma ci pervade negli altri ambiti della vita.
Aggiunge guadagno: ci dà “qualcosa”, denaro ma anche crescita personale, relazioni, informazioni, motivazione, ispirazione. Sentiamo di guadagnare qualcosa di stabile, che resta come parte della nostra vita futura.
Aggiunge bene: ci consente di fare qualcosa di buono o utile per l’ecosistema in cui viviamo, per una persona, per la comunità, per l’ambiente, per il mondo. Il ramo è fecondo se non fa bene solo a noi stessi.
Se guardiamo alla nostra vita probabilmente vediamo un groviglio senza forma di rami fecondi e secchi. E può risultare scoraggiante mettersi a potarne alcuni.
Ma porca miseria alla fine non sapremo mai con certezza se le nostre scelte sono state giuste o sbagliate: tanto vale provarci.
E se ci allontaniamo dall’albero per guardarlo meglio forse noteremo che, senza rendercene conto, una forma tutto sommato la sta prendendo.
Cominciamo!
Cose che ho fatto
Vi ho raccontato come realizzare e vendere un corso online (trovate anche l’ebook con la guida dettagliata).
Vi ho anche detto quali sono le 5 piattaforme da tenere d’occhio, per metterci i vostri corsi.
Su Creator 4 Creator abbiamo parlato di fisco e tasse per content creators senza peli sulla lingua (anche su Spotify).
Vi ho raccontato le ultime novità di Telegram.
Coi Negati, abbiamo parlato di come impostiamo le relazioni lavorative.
Cose che ho scoperto
Typedream è un bel site builder minimale e facile da usare, in stile Notion.
Questo life tracker sembra interessante: gli dite cosa fate e lui vi dice se siete in linea coi vostri obiettivi di vita (temo ci sia solo per iPhone).
Se vi piace scrivere, qui c’è una bella collezione di guide e articoli (in inglese).
Non ho mai letto il famosissimo libro Atomic Habits e non penso lo farò. Ma un bel riassunto gratis, volentieri (in inglese).
Questo coso vi abbellisce gli screenshot (e le immagini in generale).
Lucky Carrot dice che aiuta a tenere il team ingaggiato (come si dice in italiano engaged?).
Infine, Kitchenful è un tool per gestire il menu settimanale e la lista della spesa.
Grazie a Gianluca De Dominici, Stefania Dorta e Chiara Ferreri che col loro supporto su Patreon / Youtube / Twitch permettono che tutti possano ricevere i contenuti gratuiti.
Grazie, anche se non tutto quello che faccio riesce bene!
A presto,
Andrea
Bella similitudine Andrea, trovo il tuo “albero” una visione molto stimolante per vedere da lontano come procede la nostra vita. Chissà magari ne potrebbe nascere un bel prodotto commerciale, che ne dici ? Io un’idea c’è l’avrei…
Ciao Andrea, grazie sempre per la tua visione delle cose, cibo per la mente ogni volta. Forse "coinvolto" potrebbe andare bene per engaged :)