Ehi! 👋 Abbiamo fatto una Masterclass per chi vuole diventare freelance oppure lo è già e vuole darci dentro di più. Si chiama Lavora come un drago e la trovate qui.
«Io quasi quasi mi licenzio».
Ho pronunciato queste parole guardando un tramonto, due settimane prima di consegnare la mia lettera di dimissioni senza avere nessuna idea di cosa avrei fatto dopo.
Avevo due figlie. Una compagna. Facevo il direttore in casa di riposo.
Ho fatto carriera. Sono partito come animatore (alcuni mi definivano «quello che fa giocare i vecchietti»), sono piaciuto, sono diventato coordinatore, sono piaciuto, sono diventato direttore. Mi chiedo ancora se sia stato un buon direttore. Non so darmi una risposta.
Quello che so è che avevo investito tanto - ma proprio tanto - tempo ed energie per raggiungere un obiettivo che mi sembrava non solo sensato, ma assolutamente desiderabile. Eppure non ero felice.
Al tempo non riuscivo a comprendere la causa della mia insoddisfazione. Anzi, me ne colpevolizzavo: come puoi non essere felice se hai tutto ciò che puoi desiderare, mi dicevo.
Solo oggi riesco a vedere che il mio malessere era dato dalla mancanza di qualcosa che davo per scontato, che percependo sempre a mia disposizione mi sembrava una parola vuota di significato.
Quella parola è libertà.
Nel migliore dei casi, potevo decidere in quale modo raggiungere obiettivi decisi da altri. Avevo messo il mio tempo, le mie energie, la mia creatività nelle mani di qualcun altro.
Non stavo compiendo il mio viaggio. Facevo l’autista.
«Non hai avuto paura, a lanciarti senza rete di salvataggio?» a volte mi chiedono. Sì, tanta. Tantissima.
Ma faceva più paura restare.
Faceva più paura il pensiero di arrivare alla fine del viaggio, guardarmi indietro e sentire di aver sprecato un’occasione. Un’occasione che si chiama vita.
Quindi mi sono licenziato, dicevamo. E da lì è stato un casino. Ho studiato di brutto. Ho fatto lavoretti durissimi e pagati un decimo del precedente. Ho svenduto tempo, energia e creatività per molto meno di prima. Ho lanciato progetti naufragati prima ancora di lasciare il porto. Ho finito i soldi. Sono stato lì lì per mollare tutto e supplicare i miei precedenti datori di lavoro di riprendermi, anche nella più bassa delle posizioni.
Ma devo riconoscere di avere una skill. Quella skill si chiama portarsela-sempre-a-casa. E alla fine, prendendola un po’ a spallate, me la sono portata a casa.
E niente, con la mia amica Debora - che ha un percorso professionale simile al mio, ma un’attitudine e una indole molto differenti - abbiamo pensato ad un piccolo percorso dove mettere le cose imparate mentre prendevamo la vita a spallate.
Che non sono poche, se ci penso: ho imparato a fare una roadmap, a darmi degli obiettivi, a definire (e alzare, santo cielo) i miei prezzi, a trovare clienti, a fargli un preventivo che non potessero rifiutare, a gestire il mio tempo e i progetti, a comunicare con i clienti per rendere più felici loro e meno stressato me stesso.
Nel frattempo, ho provato a migliorare il mio tenore di vita. E almeno un pochino il mondo che mi circonda.
Se volete dare un’occhiata, il percorso si chiama Lavora come un drago e lo trovate a questo link:
Che sia col nostro aiuto o che sia per conto vostro non fa differenza, non sprecate questa occasione: di vita ne avete una sola.
Scusate,
a presto!
Andrea
La conoscenza di se' come punto di partenza per affrontare gli esercizi della vita.